Alcuni anni fa, lessi un articolo su un giornale locale,che parlava diuna serenata offerta dagli alunni di un paese sullo Jonio agli anziani della casa di riposo.
Un testo breve, quasi dimesso e in tono minore, con un titolo semplice. Mami colpì molto, facendomi commuovere, perché era tenero e denso di significato. Gli alunni di una scuola che non ricordo, preparati dal loro insegnante di musica, avevano organizzato un’allegra serenata per gli ospiti della struttura. Un coretto di canzoncine intonate al suono dell’armonica, i dolci natalizi, tanti auguri e sorrisi grati. Che bel regalo per quei nonnini, pensai allora. E com’è bella una scuola che organizza iniziative così, che avvicina i giovani agli anziani, che insegna anche l’altruismo e la generosità.Quella immagine, festosaeun po' malinconica, di una serenata in una casa di riposo, con il passare degli anni non l’ho più ritrovata.Forse perché i tempi cambiano e anche le scuole cambiano, tra continue trasformazioni, ritmi incalzanti, tecnologie complicate, informazioni veloci e traguardi sempre più ambiziosi. Forse tutto cambia, nel tempo, inevitabilmente.
Giorni fa, conversando con il prof. Porto Bonacci, mi è tornata in mente quella scuola di allora, perché il professore esprimeva il desiderio di far visita agli anziani di Decollatura e Soveria, per portare gli auguri di Natale e un po' di musica natalizia, coinvolgendo alcuni nostri alunni molto bravi con la fisarmonica e la chitarra.
E’ bastato un “ok” per trasformare in un vero e proprio impegno scolastico il desiderio del professore, il quale si è subito attivato, insieme ai nostri ragazzi, per metter su una festicciola, il nostro donodi Natale per gli anziani di Decollatura e Soveria.
Ma il dono più bello credo sia stato quello che i nostri ragazzi hanno ricevuto da loro. Una mattinata senza internet, tik-tok, istagram, niente occhi bassi su uno schermo di telefonia alla ricerca di emozioni che non emozionano. Per far battere il cuore può bastare, semplicemente, alzare la testa e guardare altri occhi che brillano, ascoltando vecchie canzoni popolari.Forse avranno pensato questo i nostri studenti che, per Natale, hanno fatto visita a “Querce di mambre” e “Emmaus”, con le professoresse Iolanda Pulice, Barbara Borelli e l’assistente tecnico Cardamone. Una ventata di atmosfera paesana e di gioventù sulla via del tramonto.Benedetta CerraeMario Costanzo hanno recitato alcune poesie in dialetto, accompagnati da Giorgio Grano alla chitarra e dal collaboratore scolastico Pino Ciambronealla fisarmonica, emozionando gli ospiti della casa di riposo i quali, chi con un accenno di ballo e chi con una lacrimuccia, hanno dimostrato di gradire la sorpresa, ripagando i ragazzi con un sorriso che proveniva dal cuore. Un’altra iniziativa fatta di cose semplici e genuine, che ci restituisce il vero senso della comunità scolastica, cioè che il desiderio di uno diventi l’obiettivo di tutti. Un valore condiviso dalla nostra comunità del Costanzo.
Il professore mi ha detto grazie per aver approvato la sua idea. Ma, a dire il vero, sono io che devo ringraziare lui, per avermi fatto rivivereil ricordo di quella serenata di allora, attraverso la creativa sensibilità della nostra scuola. E per avermi dimostrato, forse senza volerlo, che i sentimenti più belli, nonostante le corse, la fretta, gli impegni, nonostante i progetti, nonostante tutto, non cambiano mai.
Buon Natale e un sereno 2022! La preside Antonella Mongiardo